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2.1.1.2: I PROMESSI SPOSI - la storia continua

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    Artemisia e Michelangelo si rilassano un po'. Sono seduti sul divano e accendono la TV. Alla televisione sono in onda i Promessi Sposi. 

    Artemisia: "Michelangelo, non è quello sceneggiato di cui mi avevi detto in treno?"

    Michelangelo: "Sì! Ma guarda te! Che combinazione! Allora continuiamo questa storia!"

    Prima di leggere studia questo vocabolario:

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    CAPITOLO 2 (cap. 5-6-7-8)

    capitolo 5

    capitolo 6

    capitolo 7

    capitolo 8

     

    Era l’alba quando padre Cristoforo è uscito dal suo convento di Pescarenico, che è un piccolo paese di pescatori sul fiume Adda, e ha iniziato il suo viaggio per andare a casa di Lucia. 

    Padre Cristoforo era un uomo sui sessant’anni, aveva l’aspetto di un tipico frate. Era rasato, ma aveva una piccola corona di capelli ai lati e portava la barba. Il suo sguardo era fiero, ma lui lo controllava e si sforzava di essere umile.  Il suo vero nome era Ludovico. Quando era giovane era ricco e molto orgoglioso. Un giorno c’è stato un forte litigio con un altro nobile che si chiamava Cristoforo per il semplice motivo di poter usare per primo la parte più pulita di una strada. Ludovico ha colpito a morte con la sua spada Cristoforo e questo gli ha causato un enorme senso di colpa. Ha deciso così di lasciare tutte le sue ricchezze, che ha dato alla famiglia di Cristoforo, e di farsi frate. Così Ludovico a trent’anni ha lasciato la sua città ed è diventato fra’ Cristoforo. Prima di partire ha chiesto umilmente perdono alla famiglia dell’uomo che aveva ucciso e ha chiesto in elemosina un pane, che da quel giorno ha sempre con sé come ricordo. 

    Padre Cristoforo una volta arrivato a casa di Lucia parla con le donne e le ascolta. Decide di andare da Don Rodrigo e parlare con lui per fargli cambiare idea. Va subito al palazzo di Don Rodrigo. In quel momento Don Rodrigo era a pranzo con i suoi amici e suo cugino il conte Attilio. A Padre Cristoforo è concesso di entrare, ma deve aspettare che i commensali finiscano di mangiare mentre parlano di vari argomenti, fra i quali i giusti comportamenti da tenere per essere un buon cavaliere e Don Rodrigo chiede anche l’opinione a Padre Cristoforo che risponde molto umilmente. Don Rodrigo non lo ascolta e cambia subito argomento e si mette a parlare della situazione politica del tempo i rapporti fra Francia e Spagna. Finalmente Don Rodrigo concede a Padre Cristoforo di parlargli. Vanno in un’altra stanza e qui Padre Cristoforo dice a Don Rodrigo di lasciare in pace Lucia. Don Rodrigo invece dice a Padre Cristoforo che Lucia può andare da lui dove avrà tutta la protezione che le serve. Padre Cristoforo allora perde la pazienza e si arrabbia e urla a Don Rodrigo: “ Siete solo un prepotente e Dio vi punirà. Verrà un giorno…” Don Rodrigo è sorpreso e risentito e caccia di casa Padre Cristoforo. Padre Cristoforo è accompagnato alla porta da un vecchio servitore, che gli promette di andarlo a trovare e di raccontare i piani di Don Rodrigo. 

    A casa di Lucia, intanto, Agnese ha un altro piano: fare un matrimonio a sorpresa. Lucia non è molto convinta e non le piace quella via che lei reputa disonesta. Il matrimonio a sorpresa consiste di andare davanti al prete con due testimoni e di proclamare: “questa è mia moglie e questo è mio marito.” Poco dopo arriva Padre Cristoforo che racconta il suo fallimento. Adesso non resta che tentare il matrimonio a sorpresa. 

    Il giorno dopo, mentre Renzo e Agnese preparavano il matrimonio a sorpresa e avevano trovato i due testimoni -Tonio e Gervaso- in un’osteria, Don Rodrigo preparava il rapimento di Lucia. Don Rodrigo voleva per sé Lucia solo per il suo piacimento personale. 

    Quella sera Agnese, Lucia, Renzo, Tonio e Gervaso sono andati a casa di Don Abbondio. Agnese si mette a parlare con Perpetua e la distrae. Don Abbondio sta leggendo un libro: “Carneade, chi era costui?” e sente bussare. Tonio e Gervaso lo chiamano e gli dicono che lo vogliono vedere per restituirgli dei soldi, lui li fa entrare, ma dietro di loro, nascosti, ci sono Renzo e Lucia. Renzo riesce a dire: “Questa è mia moglie!” Ma Lucia non riesce perché Don Abbondio getta a terra  la lucerna che aveva in mano e grida “ Perpetua, Perpetua! Tradimento! Aiuto!” E il sagrestano inizia a suonare la campana. C’è una grande confusione, tutti devono scappare. Nel frattempo i bravi sono nella casa di Lucia cercano di rapirla, ma non la trovano. Tutti nel paese sono svegli: Renzo, Lucia e Agnese vanno al convento di Pescarenico. Decidono che la soluzione migliore è cercare rifugio altrove: Lucia andrà in un monastero a Monza, Renzo andrà a Milano. 

    Renzo, Lucia e Agnese vanno silenziosi alla riva del lago, salgono sulla barca e il barcaiolo pian piano va verso la spiaggia opposta. 

    Trovi qui il brano originale l’addio ai monti dei Promossi Sposi 

    "Addio/ monti sorgenti dall'acque- ed elevati al cielo/ cime inuguali/ note a chi è cresciuto tra voi/ e impresse nella sua mente/ non meno che l’aspetto de' suoi familiari/ torrenti- de' quali si distingue lo scroscio/ come il suono delle voci domestiche/ ville sparse e biancheggianti sul pendìo/ come branchi di pecore pascenti/ addio!/ Quanto è tristo il passo di chi/ cresciuto tra voi/ se ne allontana!//

    Alla fantasia/ di quello stesso che se ne parte volontariamente/ tratto dalla speranza di fare altrove fortuna/ si disabbelliscono/ in quel momento/ i sogni della ricchezza/ egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere/ e tornerebbe allora indietro/ se non pensasse che, un giorno- tornerà dovizioso/ Quanto più si avanza nel piano/ il suo occhio si ritira/ disgustato e stanco/ da quell'ampiezza uniforme/ l'aria gli par gravosa e morta/ s'inoltra mesto e disattento/ nelle città tumultuose/ le case aggiunte a case/ le strade che sboccano nelle strade/ pare che gli levino il respiro/ e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero/ pensa/ con desiderio inquieto/ al campicello del suo paese/ alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso/ da gran tempo/ e che comprerà/ tornando ricco/ a' suoi monti//

    Ma chi/ non aveva mai spinto/ al di là di quelli/ neppure un desiderio fuggitivo/ chi/ aveva composti in essi/ tutti i disegni dell'avvenire/ e n'è sbalzato lontano/ da una forza perversa!/ Chi/ staccato a un tempo/ dalle più care abitudini/ e disturbato nelle più care speranze/ lascia que' monti/ per avviarsi in traccia di sconosciuti/ che non ha mai desiderato di conoscere/ e non può/ con l'immaginazione/ arrivare a un momento stabilito per il ritorno!/ Addio/ casa natìa/ dove/ sedendo/ con un pensiero occulto/ s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni- il rumore d'un passo aspettato/ con un misterioso timore/ Addio/ casa ancora straniera/ casa sogguardata tante volte alla sfuggita/ nella quale la mente- si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa/ Addio/ chiesa/ dove l'animo tornò tante volte sereno/ cantando le lodi del Signore/ dov'era promesso/ preparato un rito/ dove il sospiro segreto del cuore- doveva essere solennemente benedetto/ e l'amore venir comandato/ e chiamarsi santo/ addio!// Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto/ e non turba mai la gioia de' suoi figli/ se non per prepararne loro- una più certa e più grande." A.Manzoni Cap. 8

     

    Rispondi alle domande:

    • -Dove è andato Padre Cristoforo?
    • Che cosa ha detto Padre Cristoforo a Don Rodrigo?
    • -Che cosa ha risposto Don Rodrigo?
    • -Qual è il piano di Agnese?
    • Chi sono Tonio e Gervaso?
    • -Il piano funziona?
    • Che cosa succede alla fine?

     

     

     


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