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3.1.5.1.1: PROMESSI SPOSI CAP. 5- L'INNOMINATO

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    CAPITOLO 5. (capitoli 18-26)

    cap. 8-12 CC BY-SA Andrea Petri Edited by Rossella Pescatori

     

    Il 13 novembre il podestà di Lecco ha ricevuto una comunicazione da Milano: l’ordine di arrestare Lorenzo Tramaglino. Così i poliziotti sono andati a casa di Renzo e hanno fatto una perquisizione. Naturalmente non hanno trovato nulla, ma la casa adesso è confiscata. Nel paese tutti credono che sia stato don Rodrigo il responsabile di tutto questo, perché sanno che Renzo è un bravo ragazzo. 

    Don Rodrigo nel frattempo riceve una comunicazione dal suo fidato bravo, il Griso, che Lucia si trova al monastero di Monza, protetta dalla ‘signora.’ In un primo momento Don Rodrigo teme di dover rinunciare a catturare Lucia. Non voleva però perdere la scommessa con il conte Attilio, e non voleva neanche darla vinta a un villano e a un prete di campagna. Il suo orgoglio così lo spinge a chiedere l’aiuto di un tale uomo che era così cattivo tanto che nessuno osava pronunciare il suo nome. Infatti era chiamato l’Innominato .

    Lucia e Agnese nel convento avevano appreso la notizia della fuga di Renzo da un pescaiolo di Pescarenico che a sua volta era stato incaricato da padre Cristoforo. Padre Cristoforo non era potuto andarci personalmente perché era stato trasferito a Rimini. 

    Ma perché padre Cristoforo era stato trasferito a Rimini?

    Ecco come sono andate le cose.

    Quando la rivolta del pane si è calmata, il conte Attilio è andato a Milano. A Milano, il conte Attilio ha parlato con un suo zio che era anche zio di Don Rodrigo. Il conte zio era membro del Consiglio Segreto dello Stato di Milano. Era uno politico molto importante e influente dello Stato di Milano.

    Il conte zio era stato recentemente a Madrid in visita alla corte spagnola dove aveva ricevuto molti complimenti. Il conte-duca aveva infatti detto che, secondo lui, il duomo di Milano è la chiesa più imponente (=majestic) di tutti i territori dell’impero spagnolo di Filippo IV. 

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    All’inizio del colloquio, il conte Attilio allora ha fatto i suoi complimenti al conte zio. Gli ha fatto anche i complimenti da parte del cugino Don Rodrigo. Poi, ha iniziato a parlargli di un frate che stava dando molto fastidio a Don Rodrigo. Ha detto che Don Rodrigo non ha nessuna colpa e che lui non ha fatto assolutamente niente di male. Ha raccontato che il frate stava difendendo una contadina. Ha raccontato anche che questo religioso è famoso per andare contro i nobili e che bisognava fermarlo.

    Il conte zio allora ha detto che il conte Attilio e Don Rodrigo sarebbero dovuti venire anche prima a parlare con lui. Il conte Attilio allora ha spiegato che Don Rodrigo non sa nulla del fatto che lui è venuto a parlare con il conte zio. Infatti, Don Rodrigo non voleva aggiungere altre preoccupazioni alle molte che il conte zio già ha.

    Il conte zio allora ha chiesto il nome di questo frate. Allora, il conte Attilio ha rivelato (=unveils) che il frate si chiama Fra Cristoforo. 

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    Attilio ha aggiunto che padre Cristoforo è molto arrabbiato con Don Rodrigo. Ha detto anche che padre Cristoforo difende un criminale che era stato coinvolto nei tumulti di San Martino ed è ricercato dalla polizia: Renzo Tramaglino. Alla fine, il conte Attilio ha consigliato il conte zio di fare pressioni sul padre provinciale per far trasferire padre Cristoforo lontano da Pescarenico. Il conte zio si è indispettito per questo suggerimento e ha detto che queste sono cose che deve decidere lui. Ma alla fine è dello stesso avviso di Attilio e dice che contatterà al più presto il padre provinciale per far trasferire Fra Cristoforo.

    Alla fine i due si salutano.

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    Il conte zio va a parlare con il padre provinciale e il padre provinciale fa trasferire Padre Cristoforo a Rimini. 

    Abbiamo detto che Don Rodrigo ha deciso di chiedere l’aiuto dell’Innominato. Ma chi è l’Innominato? L’Innominato è il più pericoloso criminale della zona di Milano. Non sappiamo il nome dell’Innominato (“Innominato” infatti significa “non nominato”) perché l’autore ha paura di una vendetta da parte di quell’uomo. L’Innominato è un uomo forte e coraggioso ma anche pericoloso. È un potente bandito che ha eseguito e fatto eseguire moltissimi spietati (=cruel) delitti. Secondo alcuni storici (=historians) l’Innominato è anche collegato in qualche modo al cardinal Borromeo. Fin dall’adolescenza l’Innominato ha sfidato (=challenged) i tiranni della città vincendoli e facendoli diventare suoi amici subordinati. Lui infatti era molto più coraggioso e temerario di loro e compiva azioni che altri non avevano il coraggio di fare. Poco a poco tutti gli altri signori si rivolgevano a lui per avere aiuto nei loro affari illegali. Lui li aiutava commettendo serie spaventose di delitti. Alla fine, nemmeno tutti i suoi potenti amici hanno potuto proteggerlo ed è dovuto uscire dallo Stato a causa di un bando contro di lui.

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    L’Innominato lascia la città

    Ma anche nel momento in cui ha lasciato la città l’Innominato lo ha fatto in modo spettacolare. Infatti è passato davanti al palazzo del governatore con un seguito di cani e con il suono delle trombe (=trumpets). Passando di fronte al palazzo, l’Innominato ha gridato insulti al governatore. Anche durante il periodo al bando l’Innominato continua le sue attività criminali. Compie nuovi omicidi anche per conto di principi stranieri.

    Dopo un po’ di tempo l’Innominato torna nello Stato. Vive ora in un castello che si trova al confine dello Stato di Milano con quello Bergamasco. In quel periodo, il Bergamasco apparteneva alla Repubblica di Venezia. Anche nel periodo in cui vive in questo palazzo, l’Innominato commette delitti e assassini con l’aiuto di bravi senza scrupoli.

    Tutti i signori dello Stato devono scendere a patti con lui. E molte persone che hanno bisogno di aiuto si rivolgono a lui diventando poi suoi debitori (=borrowers). Così, l’Innominato compie delitti sia al servizio del bene sia al servizio del male. E compie così tanti delitti che qualche volta, se viene commesso un delitto, la gente pensa che il colpevole sia l’Innominato. Anche se non c’è nessuna prova.

    L’Innominato ha un potere quasi illimitato (=limitless) sul territorio che controlla.

    Don Rodrigo va dall’Innominato e organizza il rapimento di Lucia dal convento. L’innominato ha un colloquio con Don Rodrigo, ma comincia a non avere belle sensazioni. 

    Il Nibbio, uno dei bravi, organizza con Egidio, l’amante di Gertrude, il rapimento di Lucia. Gertrude all’inizio non è d’accordo, ma poi cede alle richieste dell’amante. Lucia esce dal convento, viene rapita e portata al castello dell’Innominato. 

    L’innominato va nella stanza dove l’aveva condotta la vecchia e trova Lucia per terra in un punto lontano dalla porta. L’Innominato rimprovera la vecchia per aver lasciato Lucia in quelle condizioni. Poi, lui ordina a Lucia di alzarsi. Ma Lucia non si muove. L’Innominato allora cerca di rassicurarla dicendole che non ha assolutamente intenzione di farle del male. Lucia si mette in ginocchio davanti al signore e gli dice di ucciderla. L’Innominato dice che non vuole ucciderla e lei chiede pietà invocando il nome di Dio. L’innominato allora è colpito da quella frase e Lucia nota un segno di compassione sulla sua faccia. Allora, lo invita a liberarla poiché “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia”.

    L’Innominato poi ordina che un’altra donna le porti il cibo per la cena e che la vecchia la tenga allegra e di buon umore. Lucia continua a chiedere di essere liberata ma l’Innominato non glielo promette. Tuttavia, sembra molto più dolce e buono con Lucia.

    Quando l’Innominato se ne va Lucia rimane con la vecchia. È triste e ritorna a sedersi nel suo angolo. La vecchia cerca di confortarla. Lucia prova a convincere di nuovo la vecchia a liberarla e continua a chiederle il nome del suo carceriere (=jailer). Però la vecchia non le risponde.

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    Lucia dice alla donna che non vuole mangiare e non vuole dormire. Vuole solo essere lasciata in pace. Lucia non ha fame e non ha freddo. Però delira e ha un po’ di febbre (=fever).

    Dopo un po’ arriva la cena. È la serva Marta a portargliela e la vecchia apre la porta. Prende il vassoio (=tray) e mette il cibo su un tavolo. Subito, la vecchia comincia a mangiare dicendo che il cibo è buonissimo. Cerca di invitare Lucia a mangiare ma lei non vuole assolutamente mangiare nulla. La donna termina il suo pasto e invita Lucia a dormire. Ma Lucia si rifiuta anche di andare a letto. Invece, è preoccupata che la porta sia chiusa. La vecchia la rassicura e si mette a letto.

     

    Lucia rimane con il viso nascosto tra le mani. Non dorme e non è sveglia. Pensa a tante cose e ha paura per il suo futuro e per quello di Renzo e di sua mamma Agnese. Nel silenzio, Lucia sente che la vecchia russa (=snores). Inizia a pregare. Lucia era una persona religiosa e pensa che forse le sue preghiere potrebbero essere più forti se lei offrisse qualcosa. E quindi, decide di fare un voto alla Madonna. Allora, Lucia si inginocchia e promette alla Madonna che, se avesse la possibilità di uscire da quella terribile situazione, rimarrebbe vergine e non sposerebbe Renzo. Fatta questa promessa, Lucia ritrova un po’ di tranquillità e di pace e si addormenta, stanchissima.

    L’Innominato, dopo aver lasciato la camera dove è rinchiusa Lucia, torna alla sua camera ma non riesce a trovar pace. Pensa a quel sentimento che aveva provato quando guardava il volto di Lucia e non riesce a dormire. Il pensiero del viso di Lucia lo tormenta. Non accetta di poter sentire questo sentimento di pietà. È qualcosa di nuovo per lui. Non si sente più un uomo forte e questo non gli piace. Però, per un attimo pensa anche di liberare Lucia e di non consegnarla a Don Rodrigo. Ma subito si pente (=regrets) di questa debolezza e non lo fa.

    Non riesce a trovare nessun pensiero che gli possa dare conforto. Il futuro gli sembra senza stimoli e non gli piace il suo passato. Infatti, non vuole tornare tra i bravi. Il pensiero di tutte le azioni malvagie (=evil) che ha compiuto lo fa star male.Immagine

    Pensa di nuovo di liberare Lucia, anche se questo vuol dire non mantenere la parola data a Don Rodrigo. Pensa a perché ha accettato quest’impresa. Capisce che lo ha fatto solo per abitudine al male. Allora, pensa di nuovo a tutte le azioni malvagie fatte e questo pensiero gli è insopportabile (=unbearable). Pensando a tutte queste mostruosità, l’Innominato è disperato. Prende una pistola e quasi si uccide. Però poi pensa al fatto che uccidersi nella notte è un’azione vile (=cowardly). Allora, mette giù la pistola e non si uccide.

     

    L’Innominato però rimane in uno stato di disperazione. Lascia cadere la pistola e si mette le mani nei capelli. Ripensa alle parole di Lucia “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia”. Pensa questa possa essere una via d’uscita dal suo stato di disperazione. Non vede l’ora che faccia giorno per correre a liberarla e chiederle perdono. Vuole addirittura portarla lui stesso da Agnese. Però non sopporta (=tolerate) che stia per giungere la notte che sicuro gli avrebbe portato l’angoscia. Ha anche paura che i bravi lo vedano così cambiato il giorno dopo, ma gli fa più paura la notte che di sicuro lo tormenterà. 

     

    All’alba, l’Innominato sente un rumore di festa che arriva dall’esterno del castello. Si alza dal letto e va alla finestra. Vede un gruppo di persone formato da uomini, donne e bambini che camminano insieme. L’Innominato non sa dove stiano andando. È però incuriosito dal fatto che tutti sembrano molto felici. Allora rimane alla finestra a guardarli. 

    Il Cardinale Borromeo è in città.

    L’innominato decide di chiedere perdono e di andare dal Cardinale a confessare tutti i suoi peccati e di cambiare vita. Così fa. Il Cardinale lo accoglie a braccia aperte e vuole sapere come può aiutarlo. L’Innominato non può riparare i crimini che ha commesso in passato, ma almeno non farne più. Così decide di aiutare Lucia e racconta al Cardinale l’accaduto. Il Cardinale fa chiamare Don Abbondio. 

    Don Abbondio entra nella stanza dove si trova Lucia e le dice che è libera. Lucia però non capisce subito che si tratta proprio del suo curato. Non crede ai suoi occhi. Era strano infatti, vedere proprio Don Abbondio in quel posto. Non se lo aspettava (=She did not expect it).

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    Don Abbondio le dice di far presto per non far arrabbiare l’Innominato. Subito dopo l’Innominato stesso entra nella stanza e Lucia ha paura. Ma con sua grande sorpresa è proprio l’Innominato a chiederle scusa e a chiederle umilmente perdono. Lucia capisce che il bandito è veramente pentito e lo ringrazia. L’Innominato esce dalla stanza e fa strada agli altri che si preparano per lasciare il castello.

    Don Abbondio e Lucia, insieme alla donna che li aveva accompagnati anche prima, scendono la collina del castello e passano di nuovo vicino ai bravi che capiscono che il loro padrone ha strani pensieri.

    Durante il viaggio, Lucia parla con la donna. La donna è la figlia del sarto ed era venuta per aiutare Lucia. In viaggio, la figlia del sarto spiega a Lucia i dettagli della conversione dell’Innominato. Le parla anche del ruolo di Don Abbondio e di come si sia comportato da uomo senza coraggio. Lucia chiede altre informazioni sul bandito che l’aveva rapita, perché non sapeva ancora il suo nome. Quando la donna gliene parla, Lucia ha orrore. Aveva sentito parlare molto dell’Innominato e dei suoi terribili delitti. La donna è anche molto curiosa della vita di Lucia ma non le fa altre domande.Immagine

    Don Abbondio invece è molto più tranquillo di quanto fosse nel viaggio di andata. Pensa però al futuro e ha paura di possibili reazioni dei bravi e di Don Rodrigo che potrebbero anche ucciderlo. Teme infatti che il cardinale non possa difenderlo da un possibile attacco dei bravi. Però pensa anche che Don Rodrigo non farà nulla fino a che il cardinale sarà nella zona. Dopo però, il futuro sarà incerto.

    Lucia finalmente riabbraccia sua madre Agnese nella casa del sarto. Il Cardinale Borromeo vuole sapere dov’è Renzo. Gli viene detto che è nel territorio di Venezia e che per ora non può tornare e che era stato accusato ingiustamente. Lucia va ad abitare a casa di Don Ferrante e Donna Prassede, due benestanti della zona.

    Lucia intanto si trasferisce da Donna Prassede. Lucia è triste di dover lasciare di nuovo la madre. Piange anche molto quando si salutano.

    L’Innominato, intanto, fa un bel regalo ad Agnese. Le regala cento monete d’oro. L’Innominato dà il regalo al parroco del paese che poi lo porta al cardinale Borromeo. È poi il cardinale a dare questo regalo ad Agnese. Il regalo è una specie di risarcimento (=compensation) per il male che ha fatto a Lucia. 

    Agnese torna a casa e guarda con piacere e stupore il mucchietto (=little pile) di soldi. Poi, passa tutta la sera a pensare a cosa lei e Lucia potranno fare con le monete d’oro. La sera va a dormire e sogna le monete d’oro.

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     Lucia dice ad Agnese che non può più sposare Renzo perché ha fatto un voto di castità alla Madonna e vuole comunicarlo a Renzo. Renzo però per proteggersi ha cambiato nome, adesso si chiama Antonio Rivolta e così risulta irraggiungibile. 

     Don Rodrigo decide di andare a Milano. 

     

    Rifletti e rispondi a queste domande

    1. In questo capitolo c'è un grande messaggio. Qual è secondo te?
    2. Chi è l'Innominato?
    3. Com'è l'Innominato? Perché si chiama così?
    4. Perché quando Lucia dice all'Innominato: "Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia" lui ne rimane così profondamente colpito?
    5. Qual e` il potere della fede? 
    6. Quali sono le scelte che prendono entrambi? Tutti e due diventano due persone nuove? Come?

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